Proponiamo l'editoriale di Mario Tozzi, geologo, scrittore, divulgatore scientifico nonché consigliere Touring, sulla questione della presenza degli orsi sulle montagne italiane. L'editoriale è pubblicato sul numero di ottobre 2024 di Touring, il magazine del Touring Club Italiano.
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L'estate italiana 2024 resterà segnata dall’esecuzione dell’orsa Kj1, decretata e eseguita nottetempo dalla Giunta Provinciale di Trento e dai Forestali locali, tutti apparentemente ignari di ben due sentenze contrarie del Tribunale ed evidentemente incapaci di mettere in campo anche solo alcune di quelle misure di precauzione largamente previste nel progetto
europeo Life Ursus che servono appunto ad evitare incontri con i sapiens.
Cani da guardiania, steccati elettrificati, cassonetti per rifiuti inaccessibili, possibilità di espansione lungo tutto l’arco alpino, educazione della popolazione e degli amministratori, diffusione di una cultura della biodiversità.
L’esecuzione dell’orsa, invece, non risolve i problemi di convivenza, e mette spietatamente in luce l’ignoranza strumentale e la malafede partigiana di uomini incapaci di governare la complessità se non con la violenza. Si può discutere se sia opportuno accettare la presenza di orsi nelle Alpi, ma non ci si può dimenticare che quello era il loro territorio da ben prima che i sapiens colonizzassero quelle montagne.
Siamo stati noi a sterminarli fino a provocane l’estinzione locale, siamo stati noi a infrastrutturare le montagne come se non ci fosse un domani, salvo poi lamentarci degli eccessi di antropizzazione. Siamo stati noi a rimetterci, in termini sociali e personali.
Se si intende il ritorno degli orsi come un bene necessario alla ricchezza della vita e, dunque, in ultima analisi, necessario anche a noi, non si può non mettere in campo ogni azione per rendere pacifica la convivenza, magari prendendo per esempio quanto accade nell’Appennino Centrale, dove gli orsi marsicani sono compagni di strada dei sapiens e non accade alcun incidente. Anche lì ci sono assassini, come chi ha ucciso Amarena, anche lei madre di cuccioli, ma almeno non sono le istituzioni e saranno giustamente puniti.
In nessun caso la detenzione in gabbie o recinti angusti o, peggio, le sentenze capitali migliorano la situazione: non sono educative per gli altri orsi e soddisfano solo il calcolo politico e la vendetta. Oggi poi ci sono talmente tanti e tali studi etologici che nessuno dovrebbe ignorare che gli animali non umani hanno un portato di emozioni e personalità specifico per ogni individuo, del tutto paragonabile al nostro. E Kj1 era una madre che, in tutta la sua prolifica vita, si è resa “problematica” solo per difendere i propri cuccioli, proprio come avrebbe fatto un genitore sapiens.
Esistono misure alternative, dalla deportazione alla sterilizzazione, ma in nessun caso è giustificabile la pena capitale, come non lo è nemmeno per i sapiens. Ma in Trentino continuano a ignorare questo e altri semplici concetti, puntando, nello stesso tempo, su un turismo verde che si è irrimediabilmente macchiato di sangue: non ci si deve meravigliare se qualcuno inizia a depennarlo dalle destinazioni di vacanza.