«Avevo un sogno: produrre un grande vino che avesse il mio nome. Mi è costato fatica e tanti anni di lavoro ma ce l’ho fatta». Donatella Cinelli Colombini parla con orgoglio della sua Fattoria del Colle, vicino a Trequanda, antico borgo Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, che domina lo scenario incantato della Val d’Orcia e le sue sinuose colline ricoperte di vigne, ulivi e cipressi, al centro di una delle zone più suggestive della Toscana, al centro di un quadrilatero ai cui vertici ci sono Siena, Cortona, Montepulciano e Montalcino. La tenuta, che si sviluppa su oltre 330 ettari di terreno (17 di vigneto, 6 di oliveto), affonda le radici nella storia della Toscana ed è ora diventata una grande realtà culturale e imprenditoriale, capace di esportare vino in 38 Paesi del mondo e produrre fino a 70.000 bottiglie l’anno di Chianti Superiore, Orcia Doc, Toscana Igt.

Donatella è ormai un’istituzione da queste parti: ha ridato vita alla fattoria cinquecentesca di Trequanda, trasformandola in un’impresa di successo con la produzione del vino e l’agriturismo, ha messo in piedi un’azienda vinicola di sole donne (Casato Prime Donne a Montalcino), in un mondo – quello del vino – dominato da uomini, ha dato un contributo determinante a quello che oggi viene chiamato “enoturismo”, inventando nel 1993 l’iniziativa “cantine aperte”, è stata assessore del Comune di Siena. Una vita intera dedicata alle vigne e alla sua terra che le è valsa anche la nomina, nel 2014, a Cavaliere della Repubblica.

Del resto, Donatella ha il vino nel sangue, la sua famiglia da sempre si occupa di vigne e la storia delle colline della Val d’Orcia si intreccia con quella dei suoi antenati, segnata da due nomi in particolare, quelli di Lelio Socini e suo nipote Fausto. Due teologi “eretici” vissuti nella seconda metà del 500, il cui pensiero antidogmatico fondato su razionalismo religioso e tolleranza, male, malissimo, si accordava con il clima controriformista del dopo Concilio di Trento. Le loro dottrine vennero pubblicamente condannate, i Socini furono costretti a emigrare (si rifugiarono in Polonia) e nel 1592 le loro proprietà confiscate, per passare di mano in mano fino al XX secolo. «È stato per puro caso che alla fine queste terre sono tornate alla nostra famiglia – racconta Donatella – Tutto merito del mio bisnonno, Livio Socini, figlio di un mugnaio, di umili origini ma di grande ingegno, che riuscì a fare fortuna con la distillazione dell’alcol e divenne anche sindaco di Siena nel 1914. Le terre che furono dei suoi lontani avi, nel frattempo, erano andate in rovina ed è in quelle condizioni che gli fu offerto di acquisirle. Nonostante probabilmente non fosse un buon affare, s’innamorò di quelle proprietà, sulle quali in più parti ritrovò lo stemma del leone rosso della sua famiglia. Fu così che più di un secolo fa questa terra è tornata alla mia famiglia».

Una vicenda iniziata dalle convinzioni rivoluzionarie dei due Socini, passata attraverso la visione del figlio di un mugnaio e arrivata, nel 1998, a Donatella. «Quando i miei genitori ci lasciarono in eredità la terra volli avere, oltre a una parte dei vigneti di Montalcino, anche le colline di Trequanda, che allora non avevano un prodotto così importante come il Brunello. Ma io volevo iniziare un progetto tutto mio». È così che Donatella, che già lavorava nell’azienda di famiglia e aveva accumulato tanta esperienza in campo vinicolo, si buttò nell’avventura della Fattoria del Colle. «Avevo creato il “Movimento del turismo del vino” nel 1993 e l’iniziativa “Cantine aperte”, quando nessuno pensava a una cosa del genere, dando la possibilità di vedere concretamente come si fa il vino e fare dei nostri prodotti un’esperienza da vivere. Poi è arrivata la Fattoria del Colle e ho messo in pratica le tante idee che avevo. Vino di altissima qualità e ospitalità in strutture autenticamente toscane. E insieme alla realizzazione dei nostri vini è partito anche un enorme lavoro di restauro del piccolo borgo della Fattoria. Un restauro conservativo minuzioso, che ha riportato gli edifici alla loro origine. Chi viene da noi adesso ha l’impressione di soggiornare nella casa di campagna della sua nonna toscana. E la stessa filosofia l’ho voluta per il nostro ristorante, che ripropone le antiche ricette della massaie della zona, come la ciancifricola (una zuppa di pomodori con uova di gallina e quaglia) o i pinci con la nana (pasta lunga all’uovo con un ragù di oca). C’è poi il nostro orto con le antiche coltivazioni in cui si possono trovare l’aglione, la mandragora, il dragoncello, la verdena, la cola e l’assenzio».

Il vino, insomma, è solo un punto di partenza, o di arrivo, di un’esperienza immersiva completa che permette di scoprire la storia e le tradizioni di queste colline attraverso tutti i sensi. Una filosofia di “cura” del visitatore che comprende anche il trekking tra i vigneti e il trekking di degustazione. «Facciamo toccare con mano a chi partecipa come davvero si fa il vino, dalla potatura, alla selezione dell’uva, fino al ciclo della vendemmia». Il calice di prezioso Orcia Doc che ci si ritrova in mano assume così tutt’altra consistenza, fatta di gesti e consuetudini che arrivano da molto lontano.

Ma Donatella Cinelli Colombini non si è fermata qui, insieme alla Fattoria del Colle, è arrivata anche la scommessa (vinta) del Casato Prime Donne di Montalcino (anch'essa Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, circa 30 chilometri da Trequanda), la prima azienda vinicola d’Italia tutta al femminile, ad iniziare dall’enologa. Una piccola grande rivoluzione in un’ambiente dominato dai maschi. «Quando cominciai a occuparmi in prima persona del nostro Brunello di Montalcino chiamai la scuola di enologia di Siena per assumere un bravo studente, scoprii che c’erano disponibili solo donne perché nessuna cantina importante le assumeva. Così è partito il progetto di creare una cantina al femminile che si occupasse di uno dei vini più pregiati, il Brunello. Volevo dimostrare che le discriminazioni sono inutili e dannose». E chissà cos’hanno pensato i colleghi maschi di Donatella quando il Brunello del Casato Prime Donne si è aggiudicato prima l’Oscar Bibenda e poi il Premio Internazionale Vinitaly.

Per scoprire la Fattoria del Colle e il Casato Prime Donne, effettuare ordini, prenotare una vacanza nell’agriturismo di Trequanda o un wine tour si può visitare il sito internet o la pagina Facebook dell’azienda.

Puoi supportare Donatella e altri produttori di eccellenze di Trequanda con un acquisto, portando il borgo direttamente a casa tua. Scopri di più cliccando qui!

PUÒ INTERESSARTI ANCHE:
Scopri di più su Trequanda e perchè ha ricevuto la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano

Testo: Luca Tavecchio - Foto: Fattoria del Colle