Abbarbicata a mille metri sul livello del mare, sull’alta valle del fiume Imera Meridionale, Petralia Sottana, borgo Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, appare come un presepe di montagna dodici mesi l’anno, con la sua urbanistica medievale, il dedalo di viuzze e vicoli, le case e le chiese in pietra e la suggestiva presenza scenica sulle vallate del Parco delle Madonie. Non stupisce, quindi, che durante le festività natalizie si ammanta di un’atmosfera ancora più magica. Luminarie, musica, presepi, sapori della tradizione: agli occhi del visitatore il borgo appare come un affascinante caleidoscopio da cui lasciarsi ammaliare.
Nei giorni delle feste le vie del paese sono allietate dalle classiche melodie pastorali delle “ciaramelle”, caratteristiche zampogne in pelle di pecora suonate da zampognari itineranti abbigliati in abito tradizionale. Ma a Petralia è possibile andare oltre, e scoprire come nasce una ciaramella: basta svoltare un angolo del corso per andare dietro le quinte della bottega di un mastro liutaio, Mirco Inguaggiato, che nel suo piccolo angolo delle meraviglie svela come si trasforma il legno in musica.
Tradizione molto sentita dalla comunità è quella della “Novena”: un rituale di canti e preghiere che si svolge nei nove giorni che precedono il Natale, a simboleggiare i nove mesi che Gesù trascorre nel ventre di Maria. Il popolo si raduna a pochi passi dal centro, di fronte a una suggestiva edicola votiva dell’Immacolata Concezione incastonata nella roccia, localmente nota come “A Nnuzzenti” (l’innocente), e intona nenie e canti con l’accompagnamento di zampognari e musici. Si tratta di una tradizione popolare e spontanea, dalla connotazione più conviviale che solenne. La sera del 24 dicembre la Novena si conclude con “u ringu”: si distribuisce frutta secca, dolci tipici e vino per celebrare la nascita di Gesù; una nascita che avviene diverse ore prima della “natività” canonica, poco prima di cena, in modo da poter poi tornare nell’intimo delle proprie case a festeggiare in famiglia.
Tra i dolci natalizi della tradizione petralese il posto d’onore spetta a lei, la regina indiscussa del Natale: la “cucchia”, prodotto insignito del marchio De.Co (Denominazione Comunali di Origine). Si tratta di un dolce di pastafrolla dalla forma ovale, la cui farcitura varia un po’ di casa in casa: un tempo il ripieno era frutto della fantasia del momento, fantasia che dipendeva per lo più da ciò di cui si disponeva in casa. In genere si trattava di zuccata, fichi asciutti e frutta secca. Oggi alla farcitura tradizionale si aggiunge spesso anche la cannella o il cioccolato.
Petralia Sottana si attesta tra le località siciliane che vale sicuramente la pena visitare per le festività natalizie, per respirare autenticità, vivere l’atmosfera incantata di un borgo montano e lasciarsi stupire dall’inconsueto fascino di una Sicilia che non ti aspetti.
Testo a cura di Giulia Monaco