
Viaggiare verso località meno battute, rallentando i battiti ed accendendo i sensi riconnettendosi alla natura. Il Piemonte è sempre più una regione d’elezione per chi vuole darsi tempo per scoprire senza fretta un territorio, preferibilmente lasciando meno tracce possibili del proprio passaggio.
Vini celebrati nel mondo, panorami e natura tra colline e morene, architetture medievali e tradizioni agricole centenarie sono attrazioni a cui vale la pena cedere. Il viaggio è ancora più motivato se la base di partenza è uno dei borghi che il Touring valorizza con la Bandiera Arancione. Borghi che fanno dell’accoglienza un valore e della cura del bene comune un dovere. Con queste premesse nasce una selezione di esperienze slow da non perdere in tutto il Piemonte.
LIMONE PIEMONTE, IL SENTIERO DEL BOSCO DEI FUNGHI DIMENTICATI
Limone Piemonte (CN) è sempre stata una meta per chi ama la neve, che qui cade in abbondanza. Non è un caso che in questo comprensorio sciistico delle si contino ben 80 chilometri di piste. Ma chi alla velocità e alle curve preferisce la calma e il rigenerante contatto con la natura, può trovare molto altro in questa conca nel cuore delle Alpi Marittime.
Un’esperienza rigenerante e per tutti si può vivere in ogni stagione dell’anno. A tre chilometri dal centro di Limone Piemonte, nei pressi della frazione di Ceresole, inizia un tracciato ideale per una passeggiata suggestiva, che non presenta grandi difficoltà. Si chiama “Il sentiero del bosco dei Funghi Dimenticati”, attraversa prati e boschi mentre qua e là spuntano funghi di legno di varie dimensioni. Dopo un primo tratto in salita, si arriva in cima a un colle da cui godersi la vista. Si ridiscende per raggiungere in pochi minuti una Big Bench, una di quelle enormi panchine poste in punti panoramici, perfette per foto ricordo o scatti da postare sui social. L’ultimo tratto passa invece per il Bosco delle Ghiande e si ricongiunge al punto di partenza, chiudendo l’anello.

TRISOBBIO, LA CERCA DEL TARTUFO E IL PERCORSO VERDE
Trisobbio (AL) è un antico borgo medievale che sorge tra i vigneti del Dolcetto d’Ovada e le colline dell’Alto Monferrato, non lontano da Alessandria. Tesoro gastronomico di queste terre è il tartufo, che si trova in abbondanza in molti boschi che circondano l’abitato. Nel territorio di Trisobbio è conosciuta e apprezzata principalmente la specie "tartufo bianco" (Tuber magnatum), proposto nei suoi esemplari migliori in una frequentatissima fiera nazionale, organizzata ogni anno nella quarta domenica di ottobre.

Durante la fiera e in tutto il periodo autunnale si organizzano vere cacce al tartufo, con la presenza e i consigli di un tartufaio. L’esperienza è autentica per il motivo che i tuberi non sono “nascosti”, non c’è trucco e nemmeno inganno... Quindi solo i più abili non rimarranno a mani vuote, ma tutti torneranno a casa con molti indelebili ricordi.
Chi non si vuole cimentare alla ricerca del tartufo, ma preferisce far “girare le gambe” sulla bicicletta o semplicemente passeggiando, può approfittare del Percorso Verde, che si snoda nei dintorni di Trisobbio. Dalla località “Piscine” parte un tracciato di due chilometri e mezzo che segue le curve del ruscello Stanavasso. Lungo il sentiero si possono utilizzare liberamente attrezzature per fare stretching, potenziamento ed esercizi di abilità. A disposizione per un picnic c’è anche un’area con tavoli e barbecue.

VARALLO SESIA, TUTTI IN CARROZZA SUL TRENO A VAPORE
Tra Novara e Varallo (VC) ha sferragliato e sbuffato dal 1886 per molte decadi del Novecento un treno spinto da una locomotiva a vapore. Grazie al progetto “Binari senza tempo”, si può rivivere anche nel presente un’esperienza emozionante e velata di nostalgia. Durante l’anno ricorrono infatti corse speciali sui convogli d’epoca. Pochi minuti tra radiche d’antan bastano per immaginarsi protagonisti di una pellicola a colori pastello. Si macinano chilometri tra risaie e poi colline, fino ad attraversare boschi che si infittiscono sulle pendici del Fenera. L’arrivo è nel borgo di Varallo, che custodisce gemme d’arte e cultura come la collegiata di San Gaudenzio e il Sacro Monte, inserito tra i beni del Patrimonio Unesco.

ARONA, NATURA E ARCHEOLOGIA NEL PARCO DEI LAGONI DI MERCURAGO
Aree umide, boschi e pascoli dedicati all’allevamento di cavalli purosangue sono gli ambienti protetti dal 1980 dal Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago. L’area protetta si estende per una superficie di 473 ettari, suddivisa tra i comuni di intorno ad Arona (NO): Mercurago, Comignago, Dormelletto e Oleggio Castello.
Qui non c’è solo la natura. Nell'area sono stati rinvenuti importanti reperti archeologici risalenti a periodi che vanno dall'età dei Bronzo all'epoca romana, passando per la cosiddetta Civiltà di Golasecca. Nei giacimenti di torba del Parco furono rinvenuti i reperti più antichi: tre famosissime ruote in legno, due piroghe scavate in tronchi d'albero, ceramiche, armi ed ornamenti metallici, utensili in selce ed altri oggetti, oggi conservati al museo delle antichità di Torino. Il sito palafitticolo preistorico è stato riconosciuto nel 2012 patrimonio mondiale dell’Unesco.
Per raggiungere il Parco si può partire da Mercurago, da Dormelletto, da Comignago o da Oleggio Castello e quindi approfittare della rete di sentieri tematici. Si può, ad esempio, programmare una giornata ai Lagoni arrivando in treno a Dormelletto e poi proseguire a piedi toccando Motto Lagoni e Cascina Camotta, percorrendo quindi il Sentiero dei Boschi fino all’Area archeologica della Necropoli Romana. Quindi si prosegue verso il Prato Galoppatoio della Torbiera fino all’arrivo alla stazione di Mercurago. I chilometri sono una dozzina, privi quasi di dislivello; il tempo medio che si può prevedere per il trekking è di circa quattro ore.

CANELLI, ALLA RICERCA DEL TARTUFO BIANCO
La “Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali” è ufficialmente iscritta nella lista Unesco del Patrimonio culturale immateriale. La definizione e la statura del riconoscimento potrebbero far pensare a un mondo per pochi eletti. Forse era così un tempo, ma oggi ci sono molte possibilità per avvicinarsi alla cultura del tartufo.
Anche nei boschi intorno a Canelli (AT) si può partecipare ad escursioni guidate dai migliori cavatori e con l’aiuto indispensabile dei cani addestrati. L'esperienza dura circa tre alla ricerca di pregiati tartufi, tra cui il celebre “Bianco d'Alba”. Al termine della giornata si organizzano degustazioni in cui il tartufo non è l’unico protagonista, ma condivide la scena con salumi e formaggi locali, nocciole e vini dell’eccellenza piemontese.

AGLIÈ, LA SCOPERTA DELLA MORENA OVEST
Agliè (TO) è stata per generazioni il luogo dove veniva costruita la macchina da scrivere Lettera 22, che in sette decadi del Novecento è diventata da strumento di innovazione tecnologica a una delle icone dell’età dell’oro del boom industriale italiano. Oggi la Lettera 22 viene celebrata e raccontata in eventi e musei. Non è però il solo motivo per conoscere meglio il territorio della provincia torinese. Da Agliè si può percorrere un itinerario perfetto da fare a piedi, in bici, correndo, ma anche a cavallo alla scoperta della Morena Ovest.
Si tratta di un itinerario di 25 chilometri che fanno bene al cuore ma anche alla mente. Lungo il tragitto sono infatti distribuiti cartelli esplicativi, tramite Qr Code, e una segnaletica realizzata in collaborazione con l'Università di Torino per dare un senso diverso al contesto.
Un'altra passeggiata perfetta per tutto l'anno e non troppo impegnativa (circa 6 chilometri) sul Sentiero dei massi erratici. Queste enormi rocce hanno origine dal ghiacciaio balteo nel periodo pleistocenico. Quando poi il ghiacciaio si è ritirato sono rimaste questi curiosi detriti, spesso solo appoggiati in mezzo al bosco, altre volte incastrati nel terreno, che hanno da sempre attirato la curiosità degli uomini (pare siano stati utilizzati anche come altari sacrificali in epoche passate). Oggi il percorso è piacevole, silenzioso, si respira a pieni polmoni e, in qualche modo, si riesce anche a sentire l'energia della terra e la sua evoluzione costante.

MONFORTE D’ALBA, “BAR TO BAR” NELLE TERRE DEL VINO
Non è un giro dei Bacari in salsa piemontese. La "Bar to Bar" non ha a che fare con banconi, pinte, ombre de vin o spritz. Di gradazione alcolica però si può parlare, perché siamo in Piemonte e il titolo abbrevia giocosamente la toponomastica che indica due zone vinicole simbolo dell’enologia mondiale: Barbaresco e Barolo.
La “Bar to Bar” è un percorso ad anello che inizia e termina ad Alba. È lungo 137 chilometri, distribuiti in sette tappe che attraversano una buona fetta del territorio di Langhe - Roero. Si snoda tra strade a bassa percorrenza, strade bianche, boschi, regalando panorami unici e scorci insoliti.
I più allenati possono seguire l'anello completo che da Barbaresco passa a Neive e Treiso, per inoltrarsi poi in Alta Langa tra i luoghi fenogliani e, sceso in Valle Belbo, la risale sino al Passo della Bossola da cui rientra sulla dorsale principale delle Langhe verso la Valle Tanaro e poi da Bossolasco-Serravalle e Roddino raggiunge Serralunga e Monforte d'Alba (CN), fino a Novello e Barolo. Si può programmare di farlo con un trekking di un paio di giorni o con una tirata in Mountain Bike. L’allenamento è richiesto perché si sale e si scende di continuo e la somma dei dislivelli di questo continuo “mangia e bevi” è di circa 4000 metri.

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Ricordiamo che il Touring Club Italiano da oltre 25 anni certifica con la Bandiera Arancione luoghi dove la qualità dell’accoglienza, la sostenibilità ambientale, la tutela del patrimonio artistico e culturale si uniscono per regalare un’esperienza di viaggio autentica. Piccoli centri che accolgono i viaggiatori grazie a comunità ospitali che, con impegno ed entusiasmo, mantengono vive le tradizioni, tutelano il patrimonio locale e animano i territori attraverso l’organizzazione di eventi e manifestazioni.