
Per chi scrive, milanese di nascita, il Museo di Storia Naturale è sempre stato un luogo dove tornare e ritornare alla scoperta delle meraviglie di Madre Terra. Uno di quei luoghi dove si viene sempre a conoscenza di qualcosa di nuovo, di sorprendente. “La pensano come lei molti milanesi” sorride Chiara Fabi, responsabile dell’Unità dei Musei Scientifici del Comune di Milano. “Pensi che nel 2024 sono stati 621mila, in totale, i visitatori del museo, dell’Acquario Civico e del Planetario. Una crescita costante, con aumento dei flussi anche rispetto al 2023. D’altronde, venga qui nel weekend: le sale sono sempre gremite di famiglie. E c’è sempre stato un costante passaggio generazionale: nonni e genitori che trasmettono passione ai figli, e così via”.
D’altronde, il Museo è radicatissimo nella cultura dei milanesi: esiste fin dal 1838 e dal 1893 è sito nell’edificio attuale, una grandiosa e isolata costruzione all’interno dei “Giardini Pubblici”, ovvero i giardini di Porta Venezia oggi dedicati a Indro Montanelli – un luogo ben conosciuto in città. Da allora non ha mai smesso di rinnovarsi, diventando nel tempo uno dei più grandi e autorevoli musei di storia naturale d’Europa. Oggi anche il Touring è orgoglioso di dare una mano: perché dal 22 febbraio di quest’anno i nostri Volontari accolgono i visitatori in alcuni momenti della settimana (così come in altri musei e monumenti civici). La collaborazione, sviluppata nel contesto del progetto Aperti per Voi, vede l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e Touring Club Italiano affiancati per favorire l’accessibilità del patrimonio culturale civico e promuoverne la conoscenza, accrescendo il senso di appartenenza tra i cittadini e i beni comuni e incentivando la cittadinanza attiva. “Mi aspetto che i volontari entrino a far parte della famiglia” spiega Fabi “quella grande famiglia che è la cittadinanza che ha a cuore il museo”.

A chi non ha mai visitato i due piani del museo e ha intenzione di scoprirne tutti i tesori, consigliamo di programmare almeno un paio d’ore di tempo. Perché le collezioni sono ricchissime, i livelli di lettura molteplici, le suggestioni innumerevoli. Al piano terra, le sale sono dedicate a mineralogia, paleontologia, storia naturale dell’uomo, zoologia degli invertebrati, entomologia; al primo piano, alla zoologia dei vertebrati e all’ecologia. Alcune sono nuovissime, altre nuove, altre denotano i segni del tempo. “Stiamo procedendo a mano a mano a rinnovare” spiega Fabi “la sala dei minerali e quella dell’evoluzione umana sono le ultime a essere state inaugurate, nei prossimi due anni prenderemo in mano alcune vecchie sale di zoologia, poi sarà la volta di tutta la parte paleontologica”.

È proprio la narrazione che cambia con il tempo, lo si percepisce: tanto le vecchie sale con i fossili sono statiche, con lunghe spiegazioni e vetrine molto simili l’una all’altra, tanto le nuove sale sono splendenti, attraenti, interattive, ricche di stimoli. Puntano a coinvolgere anche l’aspetto emotivo. Come in quella dell’evoluzione dell’uomo, dove alcune installazioni realizzate da Studio Azzurro sono suggestive ed efficaci. Qui, in particolare, si è dovuto rifare tutto da capo: in qualche decennio le conoscenze sul tema sono state completamente rivoluzionate.

“Tra i tanti progetti, stiamo puntando molto sull’accessibilità e sul digitale, con percorsi di visita innovativi grazie alle nuove tecnologie” racconta Fabi “e materiali in più lingue, visto l’incremento di turisti da tutto il mondo. Poi ci dedichiamo alle mostre, alle conferenze divulgative, al rapporto tra università e Museo: ogni mese dell’anno c’è sempre un palinsesto molto ampio di eventi, invitiamo tutti a informarsi sempre sul nostro sito web. Senza contare la didattica, curata da CoopCulture - Pleiadi, con decine di proposte e percorsi per le scuole, che qui accorrono sempre molto numerose”. Fabi racconta anche quanto il museo lavori fuori dalle sue porte, in territorio milanese, per progetti di cittadinanza attiva e di ricerca. “Per esempio, si è appena chiuso il progetto Museo sotto casa, che ha portato in vari quartieri periferici milanesi alcuni laboratori per adolescenti: si poteva esplorare il museo grazie a visori di realtà virtuale. Speriamo di replicarlo: è un modo per contribuire al senso di appartenenza alla città, entrando in un’istituzione che è parte del suo immaginario. E ovviamente per accrescere la sensibilità nei confronti della biodiversità e del rispetto dell’ambiente”.


C’è naturalmente tutto il lavoro di ricerca, alle spalle: non può esserci un grande museo scientifico senza un team di ricercatori che studia, si confronta, continua ad aggiornarsi. Fabi cita i laboratori di tassidermia, mineralogia, paleontologia (e anche alcuni strumenti all’avanguardia, come uno “scanner planetario”, una stampante 3D, un microscopio ad altissima definizione). Alcuni di loro sono autorità nel loro campo, come Cristiano Dal Sasso, tra i maggiori paleontologi europei, che nel 2018 ha descritto ufficialmente il Saltriovenator zanellai, un dinosauro scoperto in provincia di Varese (che accoglie fuori dal Museo i visitatori in una riuscita ricostruzione). “Siamo un punto di riferimento anche per il settore della archeozoologia” aggiunge Giorgio Bardelli, conservatore di zoologia dei vertebrati. “È la disciplina che permette di identificare le specie di animali trovate negli scavi archeologici. Le collezioni del museo, site nei sotterranei e al primo piano, permettono confronti e ipotesi”.
Tornando alle collezioni, ci sentiamo di consigliare alcuni “pezzi forti” che chi si reca in visita al Museo non può perdere assolutamente. In primo luogo, le nuove sale al piano terreno – le già citate sala di mineralogia, subito all’ingresso, con cristalli straordinari e minerali fluorescenti; e quella dell’evoluzione umana, nella quale il Museo spiega con chiarezza il concetto dell’evoluzione a cespuglio dell’umanità, idea già nella mente di Darwin dal 1839 secondo la quale da un antenato comune possono derivare e coesistere più specie (contrariamente all’ipotesi ormai superata dell' "evoluzione lineare", cioè che da una specie di Ominidi ne derivi un’altra). Ma non si possono tralasciare neanche i reperti fossili, con le scoperte di dinosauri nostrani e i grandi dinosauri beniamini dei bambini (il vecchio triceratopo, mostrato al pubblico nel 1970, è una star del museo e ormai un suo simbolo).


Al primo piano si trova poi uno dei tesori del Museo, ovvero la serie di diorami che illustrano gli animali nel loro ambiente: raffinatissime e studiatissime ricostruzioni in cui ogni particolare è studiato nel dettaglio, dalle cortecce degli alberi alle gocce d’acqua, dall’insetto nascosto tra i rami al fiore che sbuca dall’erba. Altro che vetrine polverose: queste sono vetrine vive, dove gli animali sono contestualizzati nel loro habitat, interagiscono tra loro e con l’ecosistema di cui fanno parte. Un messaggio efficacissimo per il grande pubblico: non c’è forma vivente isolata, a sé, è tutto in connessione. Dai più antichi, dedicati ai parchi italiani, agli ultimi, realizzati qualche anno fa, che riproducono le foreste pluviali d’Asia, Oceania e Africa, i diorami del Museo sono una meraviglia unica in Europa, di cui ogni milanese (e italiano) dovrebbe essere orgoglioso.



INFORMAZIONI
- Il Museo di Storia Naturale di Milano, in corso Venezia 55, è aperto da martedì a domenica dalle 10 alle 17.30, chiusura biglietteria alle 16.30. Sito web museodistorianaturalemilano.it. Instagram e Facebook @museostorianaturale_milano
- I volontari Touring sono presenti martedì, sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 13.30 (no sabato 8 marzo).
- Per informazioni sugli altri monumenti e musei milanesi dove operano i volontari Touring nell’ambito della collaborazione con il Comune, questa è la pagina dedicata; per tutti i siti Aperti per Voi della città www.apertipervoi.it.
