
C'è più di un buon motivo per programmare una visita primaverile a Valeggio sul Mincio (in realtà per programmarla in ogni stagione, non soltanto in primavera), Comune certificato da tempo con la Bandiera Arancione del Touring per la sua ospitalità e la sua accoglienza. In questo paese della campagna veronese, poco lontano dal confine con la Lombardia, ci sono almeno due grandi attrattori che meritano la visita di un weekend: noti soprattutto in loco e all'estero, sono forse meno famosi altrove.
IL PARCO GIARDINO SIGURTÀ
Il primo è un grande parco-giardino, uno di quegli spazi verdi che oggi è difficile incontrare nel bel mezzo della pianura. "Ha una storia antica" spiega Roberta Gueli, responsabile dell'ufficio stampa del Parco Giardino Sigurtà. "Pensi che abbiamo documenti del Quattrocento che parlano di un "brolo cinto de mura", ovvero di terre coltivate all'interno di un'alta muraglia, in cui già esisteva un piccolo giardino geometrico, nei pressi della casa principale, dedicato all'ozio dei nobili". Quel giardino ha avuto poi una storia lunga e complessa, diventando un parco vero e proprio soprattutto tra Settecento e Ottocento, con il marchese Antonio Maffei. "Ma fu nel 1941 che iniziò la sua storia attuale" racconta Gueli "quando diventò proprietà di Carlo Sigurtà. Lui e il nipote Enzo si applicarono per anni per ampliarlo - oggi raggiunge i 60 ettari - e farlo diventare un paradiso verde, aprendolo al pubblico già dal 1978".


La visione di Sigurtà, la cui eredità è stata raccolta dai figli di Enzo, è ancora oggi ben chiara. In un paesaggio mosso da qualche piccola collina, intorno ai monumenti neogotici voluti da Maffei - un castelletto, una grotta, una cappella - si estendono boschi, aiuole fiorite, laghetti e soprattutto prati verdi, verdissimi. Non un giardino botanico, quindi, anche se le specie catalogate sono molte; piuttosto un grande spazio dove riposarsi, rilassarsi, passeggiare a contatto con la natura. "I visitatori sono invitati a portare coperte e fare picnic sull'erba, a sdraiarsi sui prati, a stare all'interno del parco tutta la giornata" spiega Gueli. "Anche il labirinto inaugurato nel 2011 va in questa direzione, così come gli spazi acquatici, la fattoria degli animali, la valle dei daini".


In questo momento, siamo ad aprile, il parco è un'esplosione di tulipani: sono un milione i bulbi piantati in vari punti del parco, anche in vasi galleggianti all'interno dei laghi. "Ma in ogni stagione c'è qualche fioritura: rose, ninfee, dalie. E gli aceri rossi regalano sempre grandi spettacoli" conclude Gueli. C'è da dire che il parco è una vera "macchina da guerra": basta vedere le numerose modalità di visita. Il biglietto d'ingresso permette di entrare a piedi, ovviamente; ma si può anche salire su un trenino panoramico, oppure noleggiare una bici elettrica, o ancora una golf cart. Anziani, bambini, persone con mobilità ridotta: tutti possono godere delle bellezze del parco. E sono numerosissimi gli eventi organizzati per le festività o i periodi di alta stagione. Anche se durante i weekend di bel tempo il parco si riempie molto, peraltro, la sua vastità permette sempre di trovare un angolo tranquillo.


I TORTELLINI "NODO D'AMORE"
"Io dico sempre che a Valeggio c'è il bello e il buono, ma il bello senza il buono non funziona". Ride Nadia Pasquali, proprietaria del ristorante Alla Borsa, nel centro storico di Valeggio. Ha appena lasciato la cucina, dove i tortellini per il pranzo sono stati appena preparati da sei abilissime e velocissime sfogline. "Facciamo circa mille uova di pasta ogni settimana" racconta. "La freschezza quotidiana del prodotto per noi è una vera e propria religione. I tortellini sono incartati la mattina e mangiati a pranzo, incartati il pomeriggio e mangiati la sera".

Avete già capito qual è il secondo straordinario attrattore di Valeggio sul Mincio. I tortellini da queste parti sono diventati una tradizione dagli anni Sessanta e in qualche decennio si sono trasformati anche in un business fenomenale, se è vero, come racconta Pasquali, che in una cittadina di 15mila abitanti sono circa 60 i punti di ristoro e 18 i ristoranti aderenti alla locale associazione dei ristoratori. "Direi che tutti insieme riusciamo ad accomodare contemporaneamente 9-10mila persone" spiega. La fama è completamente ripagata dall'assaggio: i tortellini di Valeggio - nello specifico, quelli preparati da Pasquali e dal suo team - sono impareggiabili. La pasta, sottilissima, si scioglie in bocca ("il nostro motto è tirala fina"); il ripieno è gustoso, pregno di profumi. "Rappresenta perfettamente il nostro territorio" spiega Pasquali "perché, a differenza dell'Emilia, noi qui abbiamo le prime colline moreniche, dove si produce il Bardolino e il Custoza. Niente salumi e niente parmigiano, nel ripieno; ma invece costine di maiale, polpa di vitello e manzo, petto di pollo e un pizzico di fegatini di pollo, il tutto brasato in bianco, con il Custoza. Ed è proprio per il ripieno brasato che la sfoglia deve essere così sottile, come dico io un drappo di seta gialla".

Tutto nacque negli anni Cinquanta e Sessanta, quando dall'Emilia le donne lavoravano a stagione nelle tante filande che producevano seta lungo il Mincio. "Dormivano insieme con le famiglie locali e a loro insegnavano l'arte dei tortellini" spiega Pasquali. "Poi noi ci abbiamo messo il nostro". Ovvero: non solo gli ingredienti del territorio, ma anche il marketing e la voglia di fare insieme qualcosa di diverso. "All'inizio, ci siamo inventati il nome di nodo d'amore per il tortellino, rifacendoci a una leggenda locale" racconta Pasquali "marchio che l'associazione ha poi registrato. Poi, attorno al 2000, abbiamo lanciato la cena per mille persone sul Ponte Visconteo, che parte dai tortellini per presentare tutti i prodotti del territorio, dalle trote alla torta di rose. Poi tanti eventi. E così, passo dopo passo, siamo riusciti a strutturarci come meta. Ci teniamo tanto a questa vocazione gastronomico-turistica: la nostra forza è quella di essere tutti coesi, di ragionare in termini di paese. Da noi funzionano tutte le associazioni, da chi organizza il mercato dell'antiquariato a chi promuove le piste ciclabili. È questo anche il buono di cui parlo".

Come avete capito, Pasquali e tutta Valeggio sono un'altra macchina da guerra: ma in senso buono, quello del lavoro, dell'impegno, della passione. Lo si percepisce bene, al ristorante Alla Borsa, che esiste sin dal 1960 ("era il locale più vicino al Foro Boario, la borsa merci del paese") e che nonostante il gran numero di coperti ha un carattere ancora del tutto familiare ("come si dice qui in Veneto, vogliamo offrire un piatto di bella cera, l'accoglienza deve essere come un buon piatto"). E lo si sente anche nelle parole di Pasquali, che si spende non solo per i suoi tortellini, ma pure per promuovere le esperienze sul territorio, come i b&b sul fiume e i percorsi ciclabili. Fare gruppo, convinti di aver qualcosa di bello e di buono da offrire: in tanti dovrebbero prendere esempio.
BORGHETTO E GLI ALTRI MONUMENTI
Fra tulipani e tortellini, è rimasto poco spazio per parlare delle altre attrattive di Valeggio sul Mincio, per le quali rimandiamo alla nostra scheda dedicata alla Bandiera Arancione e al sito web del Comune. Ma almeno nominiamole: se il castello con vista sul Mincio è scenografico, la frazione Borghetto, sebbene sempre parecchio affollata, è deliziosa, con la sua posizione a cavallo dei canali del Mincio. E il ponte visconteo, costruito da Gian Galeazzo per tenere lontani i vicini, un vero capolavoro di ingegneria. Ce n'è per passarne un weekend, ma anche una breve vacanza.
